I Mastri d'ascia Trapanesi

Michele Giacalone è un caro amico di Marsala (TP) con cui ARIE condivide non solo amicizia e passione per il Mare e per le sue secolari tradizioni, ma vere e proprie battaglie per la salvaguardia della marineria. Bolognese d'adozione, laureato a pieni voti in Beni Archeologici nella sede distaccata di Ravenna dell'Alma Mater Studiorum Bononiensis, Michele collabora con da tempo con l'associazione e ne gestisce una sede distaccata.
Negli ultimi anni si è occupato a fondo della valorizzazione del patrimonio storico della sua splendida Sicilia e molto ha scritto di memoria e di restauri. Con lui, in materia di valorizzazione della marineria storica, abbiamo raccolto e scritto alcune belle storie di Mare legate alle tradizioni dei mastri d'ascia trapanesi, alcuni dei quali ho conosciuto personalmente.

I ritratti che ne sono scaturiti sono lo specchio di brani di vita intensa, di fatica e soddisfazioni, che i mastri siciliani hanno costruito, tavola su tavola, chiodo su chiodo, tramandando la loro esperienza a chi aveva la voglia di apprendere e immortalando al Mare e ai posteri un'esemplare sintesi di storia, memoria e consuetudini.

Li ringraziamo perché la fedele raccolta delle loro testimonianze rappresenta per noi un immenso privilegio e ringraziamo il dottor Giacalone per averli intervistati per noi nei loro ricordi più intimi e avere così contribuito alla nostra narrazione.
Cogliete queste cronache come fossero - e lo sono - "pillole di saggezza marinara" di un mondo che si perde nel tramonto dei tempi passati in cui il rispetto, l'educazione e l'onore erano alla base di ogni singolo gesto e in cui l'amore filiale per ogni 'creatura' progettata e costruita commuoveva ogniqualvolta la barca lasciava il cantiere 'paterno' e 'prendeva il suo Mare'.

Qualcuno di loro continua ancor oggi la sua professione, qualcuno l'ha modificata, qualcun altro, in corsa coi tempi moderni, ha evoluto il proprio cantiere, ma i loro occhi, ancora, navigano sui pescherecci, sulle tonnare e sugli schifazzi che hanno realizzato col loro impegno quotidiano. Ve li presentiamo con grande orgoglio: Mastro Arturo Stabile, Mastro Giovanni Leonardo Barraco, Mastro Michele D'Amico.

Mastro d'ascia Cav. Arturo Stabile

Arturo Stabile, oggi Cavaliere del Lavoro, aprì i suoi occhi nella bella Trapani in un tiepido gennaio del 1936 e ancora bambino, il più piccolo di otto fratelli, sentì subito un richiamo fortissimo per il mare e per tutto ciò che vi navigava. Figlio d'arte, all'età di 10 anni Arturo andava a scuola e costruiva i primi modellini di barche.

Mastro d'ascia Cav. Arturo Stabile

Imprenditore bambino, si potrebbe dire, per raggranellare qualche soldo vendeva i suoi modelli organizzando lotterie. Essi erano così ambiti che decine di persone acquistavano i biglietti delle sue lotterie e al vincitore, colui che sul biglietto aveva il numero corrispondente al primo numero del lotto uscito sulla ruota di Palermo, andava in premio un modellino.
Arturo ebbe il suo primo contratto per la costruzione di una 'barchetta' in legno a soli 14 anni. A 18 anni, già indipendente, anche per merito di tutte quelle lotterie, lasciò il cantiere del padre per andare a lavorare lontano da Trapani, a Castellammare.

Il suo senso di indipendenza lo portò, ormai mastro, ad avere sempre più commesse fuori dal circondario trapanese e a fargli prendere ordinativi per barche di armatori di Termini Imerese, Mazara del Vallo e, ancora, pugliesi, marchigiani, sardi, calabresi, campani, fino oltre Italia. In poco tempo mise in piedi il proprio cantiere che, dalla metà degli Anni Cinquanta al 2010, ha costruito, oltre alle motonavi da pesca in legno, ben centodieci unità da pesca oceanica in acciaio e cinquecento barche da diporto. Negli Anni Ottanta si aggiudicò importanti commesse per la Tunisia e la Libia e a Trapani ha costruito decine di barche in collaborazione con il Governo tunisino nonché cinque motopescherecci in acciaio per un Cantiere di Biserta, del quale Arturo diventò collaboratore.

Negli Anni Novanta costruì numerose barche in acciaio per le tonnare trapanesi di Favignana, Bonagia e San Cusumano, molti vascelli per la pesca del tonno, 'muciare' e 'parancarmi' (barche simili a quelle che suo padre aveva realizzato negli Anni Trenta e Quaranta per le tonnare italiane e libiche).
Il cantiere di Arturo Stabile, a quel punto definitivamente decollato, divenne una delle più importanti risorse del territorio trapanese e una parte importante della storia cantieristica d'Italia, rappresentando, col marchio 'Stama', distintivo e sintomatico delle imbarcazioni a motore da diporto in vetroresina robuste e veloci che Arturo continua a produrre, uno degli importanti marchi nautici italiani. Ma Arturo, uomo d'onore e di grande cuore, innamorato della sua bella famiglia, nonostante gli eccellenti traguardi, rimane sempre ancorato alle sue origini di mastro d'ascia e a quella parte intima della sua vita in cui, prima ancora di produrre, costruiva col legno.

Nella sua vecchia "sala tracciare", archivio dei suoi disegni e dei suoi ricordi, si possono ancora ammirare le linee delle barche tracciate dalla sua mano ancor oggi Arturo le guarda, le segue con lo sguardo dei ricordi più belli, accarezzando ogni linea tracciata per terra come se quei segni incisi riprendessero vita e si riappropriassero delle barche che avevano dato alla luce molti anni prima.

Del Cavalier Stabile molti sanno, tanti hanno scritto e Mauro Pecchenino ha pubblicato di recente una biografia della sua vita, "A due passi dal mare", il cui titolo trae ispirazione dal luogo della sua casa natale. Geniale e ammirevole, Arturo rappresenta l'evoluzione della cantieristica secondo il materiale: il legno, l'acciaio e la vetroresina e colui che, mantenendosi in linea coi tempi, ha fatto assurgere la cantieristica navale trapanese a grandi successi in tutto il mondo e ha consentito a molte famiglie trapanesi, di mantenere una vita dignitosa.

Il cantiere di mastro Arturo si è evoluto secondo le esigenze del mercato e ha acquisito un'area industriale di 25.000 mq per la costruzione delle barche da diporto. I suoi figli Matteo, Maurizio e Francesca vi lavorano a pieno ritmo, occupandosi della progettazione Tecnica e del coordinamento amministrativo e commerciale, mentre ancora Arturo, con la sua secolare esperienza, vigila su tutto l'operato, dispensando a tutti i suoi saggi consigli, come solo un buon 'pater familiae' sa fare.
Il vecchio Cantiere con lo scalo d'alaggio presso il porto di Trapani ha lasciato posto al 'Marina Arturo Stabile', una struttura che ospita molti diportisti e diversi velisti internazionali. Al suo interno si scambiano esperienze e si ascoltano lingue diverse a conferma di quanto il mare unisca i popoli, li arricchisca e li renda fratelli.